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Il Fondo di solidarietà marcia verso quota 15mila

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La crisi impatta anche sul Fondo di solidarietà dei dipendenti del credito, l'istituto che ha gestito le ricadute delle ristrutturazioni bancarie degli ultimi otto anni e mezzo. Le riorganizzazioni seguite alle grandi aggregazioni degli ultimi anni accrescono sempre più il numero dei lavoratori accompagnati alla pensione con "scivoli" che erogano assegni per durate fino a 60 mesi.

Nel bilancio 2007 del Fondo, varato dal Comitato di gestione che rappresenta Inps - l'ente che amministra il fondo -, Abi , ministero del Lavoro e sindacati le uscite per l'attività straordinaria erano previste a 370 milioni. Nella prima nota di variazione del bilancio di previsione 2008, varata il 16 aprile, le uscite per l'attività straordinaria sono state indicate a quota 270 milioni, in crescita di 13 milioni rispetto al preventivo. Le stime preliminari al 6 novembre per i conti 2009 sono invece di 394 milioni. Tra l'altro dal primo gennaio entreranno nel Fondo migliaia di lavoratori, come previsto dagli accordi sindacali sottoscritti negli ultimi mesi in Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Popolare e Ubi. Rispetto ai 9.500 dipendenti in trattamento della metà del 2007, il 2008 si chiuderà oltre le 10mila unità e nel 2009 si toccherà quota 15mila. L'accelerazione è forte: nei primi sette anni di attività il Fondo – in funzione dal primo luglio 2000 - ha seguito oltre 21mila esuberi.

Il Fondo deriva da un accordo sindacale recepito dal decreto 157/2000. Il 24 gennaio 2001 la sua applicazione è stata estesa anche agli esodi volontari. Nel contratto nazionale del 12 febbraio 2005 la sua scadenza, fissata al 2010, è stata prorogata al 2020, come recepito dal decreto 226/06. L'attività è divisa tra parte ordinaria, che finanzia programmi di formazione, e straordinaria, che eroga assegni di sostegno al reddito per lavoratori in esubero prossimi ai requisiti pensionistici, scelti in base agli accordi sindacali e che aderiscono volontariamente. L'attività ordinaria è finanziata con lo 0,5% delle retribuzioni (0,375% a carico della banca, 0,125% del lavoratore), quella straordinaria dalle banche con una somma pari all'1,5% delle retribuzioni. Ogni banca paga da sé i propri esuberi e nessun onere è a carico dello Stato.

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